Esame di Stato per Architetto – Modalità Tirocinio
Esame di Stato per Architetto – Modalità Tirocinio
L’Esame di Stato per Architetto in Modalità Tirocinio è una delle modalità previste per l’abilitazione alla professione in Italia.
Questa formula, introdotta per “semplificare” l’accesso alla professione, integra il tirocinio nel processo valutativo.
Nota: il termine “semplificare” è da intendersi in senso formale.
In realtà, questa modalità ha suscitato opinioni contrastanti tra i candidati: se da un lato consente di valorizzare il tirocinio come parte integrante dell’esame, dall’altro richiede una preparazione più strutturata e una maggiore capacità di sintesi e riflessione critica.
Struttura dell’Esame di Stato in Modalità Tirocinio
L’esame consiste in tre prove, che sostituiscono la tradizionale suddivisione in quattro prove (pratica, scritta, culturale e orale).
La valutazione tiene conto anche del percorso formativo svolto durante il tirocinio professionale.
Requisiti di accesso
Per accedere all’Esame di Stato in questa modalità è necessario:
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Aver completato un Tirocinio Pratico-Valutativo (TPV) presso uno studio professionale, un ente pubblico o un’azienda convenzionata.
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Il tirocinio deve avere una durata minima di 900 ore ed essere svolto secondo le linee guida stabilite dall’Ordine degli Architetti.
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Una volta convalidato dal Consiglio dell’Ordine, il tirocinio comporta l’esonero dalla prima prova pratica.
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L’esonero riguarda esclusivamente la prova pratica; restano invariate la prova scritta e la prova orale.
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È necessario depositare presso la Commissione d’esame la certificazione di conclusione del tirocinio rilasciata dall’Ordine territorialmente competente, insieme al portfolio con la documentazione delle attività pratiche svolte.
Il termine per la presentazione della documentazione è circa 20 giorni (da verificare) prima della data ultima di iscrizione all’Esame di Stato. Gli Ordini territoriali comunicano la scadenza precisa per ciascuna sessione.
Modalità di svolgimento
Al termine del tirocinio, il candidato presenta il Progetto di Tirocinio e il Portfolio, corredati da una Relazione tecnica che descriva le attività svolte e le competenze acquisite.
Il candidato dovrà comunque sostenere:
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Una prova scritta relativa al portfolio.
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Una seconda prova su un tema di cultura (ambito architettonico/urbanistico).
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Una terza prova: discussione del tirocinio, di un progetto specifico e, più in generale, del percorso documentato, e tutta la parte non presente sul portfolio.
Ambiti di valutazione della Commissione
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Progetto architettonico e urbanistico
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Normativa edilizia e urbanistica
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Tecnologie costruttive e sostenibilità
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Gestione del processo edilizio e della professione
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Etica e deontologia
La Prima Prova
Con riferimento alla propria esperienza di tirocinio, il candidato è invitato a redigere una relazione su un progetto specifico al quale ha partecipato, mettendo in evidenza in modo chiaro e coerente il proprio contributo in almeno uno dei seguenti ambiti:
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Sviluppo del processo progettuale: descrizione del percorso ideativo a cui il candidato ha preso parte o di cui ha assunto la responsabilità, motivando le scelte compiute.
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Normativa edilizia e iter autorizzativo: illustrazione delle norme applicate e del procedimento seguito per l’ottenimento del titolo abilitativo.
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Documentazione tecnica e scelte costruttive: presentazione degli elaborati prodotti, delle soluzioni costruttive adottate e dei materiali selezionati.
Il candidato deve indicare esplicitamente il tema scelto.
La relazione deve essere concisa ma completa, generalmente contenuta in un foglio protocollo (massimo quattro facciate), e scritta in modo chiaro, ordinato e leggibile.
È possibile corredare il testo con schizzi esplicativi o disegni di dettaglio, purché pertinenti e ben presentati.
È una prova apparentemente semplice, ma in realtà molto delicata.
Ciò che conta davvero non è la quantità di materiale, ma cosa si scrive e come lo si struttura. La Commissione valuta la capacità di descrivere con chiarezza il proprio ruolo, le scelte progettuali e la consapevolezza del processo.
Una relazione vaga, generica o confusa — anche se graficamente curata — può compromettere l’esito della prova.
Serve metodo, per organizzare le informazioni; strategia, per dare coerenza e logica al racconto; ed esperienza, per trasmettere una reale comprensione del lavoro svolto.
Prepararsi con attenzione e consapevolezza è fondamentale per affrontare questa parte con sicurezza.
La Terza Prova – Discussione Orale
La terza prova, di tipo orale, rappresenta spesso il momento più delicato dell’intero esame.
È in questa fase che la Commissione approfondisce i temi non pienamente trattati nel tirocinio e verifica la preparazione complessiva del candidato.
Durante la discussione, vengono analizzati:
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il tirocinio svolto e le esperienze documentate nel portfolio;
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un progetto specifico, scelto dal candidato o richiesto dalla Commissione;
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aspetti di normativa, tecnologia costruttiva, procedimenti autorizzativi e deontologia professionale.
È proprio nella prova orale che si concentrano spesso gli esiti negativi.
La Commissione tende a porre domande su argomenti non affrontati nel tirocinio o solo accennati nella relazione, per valutare la completezza della preparazione.
Le aree più critiche sono quelle normative, tecniche e procedurali, dove è richiesta una conoscenza solida e aggiornata.
Per affrontare con serenità questa fase è essenziale:
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ripassare con attenzione le basi della legislazione edilizia e urbanistica;
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conoscere le principali tecnologie costruttive e criteri di sostenibilità;
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saper collegare la propria esperienza di tirocinio a concetti generali della professione.
La Commissione non valuta solo cosa si sa, ma come si ragiona e si argomenta.
È una prova di consapevolezza professionale, dove contano chiarezza, metodo e capacità di collegamento.
Valutazione
(esempio: Genova)
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Parte 1: punteggio da 0 a 25.
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Parte 2: punteggio da 0 a 25.
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Punteggio massimo complessivo: 50.
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Per l’ammissione alla prova orale è richiesto un punteggio ≥ 30/50.
Esito dell’esame
Se il candidato dimostra di aver acquisito le competenze necessarie, ottiene l’abilitazione professionale senza ulteriori prove. In caso di esito negativo, potrà ripetere la prova o integrare la formazione richiesta.
Difficoltà ricorrenti
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Prima prova debole: scrittura non adeguata alle aspettative della Commissione, confusione, improvvisazione. In questa fase è fondamentale sapere cosa scrivere e come scriverlo.
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Preparazione autonoma complessa: la modalità è relativamente nuova e i tempi d’esame sono stretti; si può passare rapidamente da un esito positivo a uno negativo. Valuta con attenzione il tuo percorso e organizza la preparazione.
Differenze e difficoltà della Modalità Tirocinio rispetto alla Prova Classica
La Modalità Tirocinio presenta caratteristiche diverse rispetto alla prova tradizionale a quattro prove (pratica, scritta, culturale, orale).
Sebbene offra un percorso più integrato con la formazione professionale, comporta alcune difficoltà aggiuntive che è importante conoscere.
Differenze principali
| Aspetto | Modalità Classica | Modalità Tirocinio |
|---|---|---|
| Numero prove | 4 (pratica, scritta, culturale, orale) | 3 (scritta, tema di cultura, discussione) |
| Prova pratica | Elaborazione di un progetto in sede d’esame | Esonerata, sostituita dal tirocinio e dal portfolio |
| Valutazione | Basata su prove autonome | Integrata: tirocinio + elaborati + discussione |
| Centralità del portfolio | Accessoria | Fondamentale e valutata in dettaglio |
| Tipo di competenze verificate | Tecniche e teoriche | Tecniche, operative e riflessive (esperienza concreta) |
Difficoltà specifiche della Modalità Tirocinio
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Valutazione più rigida e selettiva: la Commissione esamina con grande attenzione la qualità del portfolio, la chiarezza della relazione e la coerenza del percorso.
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Orale più impegnativo: l’esame orale richiede una conoscenza approfondita delle esperienze di tirocinio, capacità di argomentazione e padronanza normativa e tecnica.
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Difficoltà nella prima prova scritta: se non si ha chiarezza su cosa e come scrivere, si rischia di compromettere l’esito complessivo.
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Meno spazio all’improvvisazione: la prova si fonda su materiali prodotti dal candidato; errori di impostazione o mancanze nel portfolio pesano molto sul giudizio finale.
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Autonomia richiesta: la preparazione individuale è complessa, poiché la modalità è relativamente nuova e mancano modelli consolidati.
In sintesi
La Modalità Tirocinio non è più semplice, ma diversa:
richiede maggiore capacità di analisi critica, chiarezza espositiva e maturità professionale.
Il candidato deve dimostrare di saper riflettere sul proprio percorso, non solo di conoscere la teoria.
🔹 Preparazione
La preparazione autonoma può risultare complessa: la modalità è relativamente nuova, i tempi d’esame sono ristretti e la valutazione è molto attenta. È possibile passare rapidamente da un esito positivo a uno negativo.
Per questo è consigliabile pianificare con cura lo studio, dedicare tempo alla stesura del portfolio e della relazione tecnica, e soprattutto non affrontare il percorso da soli.
Farsi affiancare da un tutor, un architetto abilitato o un collega esperto, anche con consulenze a costi contenuti, può fare una grande differenza per comprendere meglio la struttura delle prove e migliorare la qualità dei propri elaborati.
Un piccolo investimento in supporto professionale può tradursi in maggiore sicurezza, chiarezza e risultati migliori all’esame.




